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Il simbolo cosmico del Mandala


Un mandala è una rappresentazione simbolica dell’universo e un supporto che permette ai praticanti di attingere la quintessenza stessa della realtà fenomenica ordinaria, di accedere alla percezione pura che va al cuore delle apparenze, dello spazio e del tempo, ed è in grado di vedere tutte le cose come il dispiegarsi della mente di saggezza dei Buddha. La rigorosa costruzione geometrica dei mandala si articola a partire da un punto centrale, il “cuore” del mandala, che rappresenta la dimora della deità archetipica collegata a quello specifico mandala.

I mandala possono essere dipinti su tela o realizzati con sabbie colorate in occasione di particolari cerimonie.

La creazione di un mandala di sabbia richiede grande precisione e abilità, ed è di per se stessa una pratica meditativa che può durare per giorni o settimane. I monaci lavorano insieme usando polveri pregiate ricavate da pietre preziose, corallo, oro, terre, fiori e carbone; il disegno è tracciato con l’aiuto di piccoli coni che lasciano cadere i granelli di sabbia in minutissime quantità.

Questi mandala, dopo essere stati completati, vengono distrutti o disciolti nelle acque di un fiume o di un lago con un rituale volto a sottolineare l’impermanenza di tutte le cose. Ma l’aspetto bidimensionale di questi mandala – in genere riassumibile in un quadrato inscritto in un cerchio – non deve trarre in inganno: in realtà un mandala deve essere immaginato a tre dimensioni, come una sorta di complesso spazio con un palazzo centrale a più piani di cui stiamo osservando la piantina. Esistono anche degli edifici costruiti sul modello di un mandala, come lo stupa di Borobudur sull’isola di Giava o il monastero di Samyé in Tibet, che possono darci un’idea della struttura effettiva di un mandala.

Durante le iniziazioni o la pratica, i meditanti visualizzano i mandala delle deità fin nei minimi dettagli, dai cerchi concentrici esterni di fiamme, fiori di loto, vajra etc., fino alla stanza centrale del palazzo, dove si trova la deità principale; questo addestramento purifica gradualmente la mente e le percezioni, guidando il praticante alla scoperta della propria natura luminosa finché potrà davvero vedere il mondo nella forma di un mandala, ossia come lo percepiscono gli esseri illuminati.

In termini scientifici attuali, un mandala può essere inteso come un “campo olografico”, in cui ogni parte rispecchia il tutto, e in cui il mondo esteriore e il mondo  interiore si rispecchiano a vicenda. A livello energetico, si può affermare che ciascuno di noi vive al centro del proprio mandala e alla periferia del mandala degli altri, in una continua interpenetrazione e interdipendenza di fattori e condizioni; analogamente, si suol dire che il Maestro rappresenta il centro e la cerchia dei discepoli costituiscono il suo mandala.

Consigli di lettura:

K. Tanaka, An illustrated history of the mandala, from its genesis to the Kalacakratantra, Wisdom publications, 2018

R. Preece, The Mandala and visions of wholeness within Tibetan Buddhism and Jungian psychology, Mudra publications, 2021

Foto: Piero Sirianni


Pubblicato il Luglio 29, 2024 da webmanager

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